Sperimentazione animale: un minuto di assurdità scientifiche

146911539In rete e sulle radio spopola lo spot della campagna “Stop Vivisection”. Ultimo in ordine di tempo a sostenerla è Beppe Grillo dalle pagine del suo celebre blog. Con un breve video di un minuto l’utente è spinto a firmare per porre fine alla barbarie. Purtroppo però, tutto quello che viene sostenuto dal punto di vista scientifico, non corrisponde alla verità. Vediamo perché:

Minuto 00:06

Un non meglio precisato signore dichiara che la sperimentazione animale è inaffidabile

Mi chiedo: perché? I dati mi sembra che parlino chiaro. L’aspettativa di vita media è aumentata sensibilmente, disponiamo di farmaci sempre più mirati, i trapianti d’organo non sono mai stati così sicuri, abbiamo eradicato definitivamente molte malattie. Tutto ciò è stato possibile passando per la sperimentazione animale. O vivo io su un altro pianeta?

Minuto 00:10

Un giovane studente universitario dichiara che i test che non prevedono l’utilizzo di animali danno risposte più rapide ed esaurienti

Mi chiedo: quali sono i test alternativi? Per amore della verità posso dirvi che esistono in campo farmacologico. Sono ottimi per selezionare ed eliminare in partenza le molecole che presentano alti livelli di tossicità e che non avrebbe senso sperimentare sull’animale. Sono test, messi a punto dagli scienziati, proprio per sacrificare meno animali possibile.

Minuto 00:16

Una giovane sotto un albero dichiara che ogni specie da risposte diverse

Mi chiedo: la ragazza ha mai sentito parlare di patterns conservati? Uomini e topi condividono gli stessi processi metabolici di base e gli stessi “patterns” molecolari. Proteine complesse umane si sono dimostrate funzionanti anche in modelli apparentemente molto lontani da noi come il moscerino della frutta Drosophila melanogaster o il curioso pesce Zebrafish.

Minuto 00:20

Una mamma, spingendo la figlia sull’altalena, si dice contraria per tutelare la salute umana

Fatico a capire il senso della frase. Posso però dire che malattie come vaiolo e poliomielite sono quasi scomparse grazie alle vaccinazioni. Del legame tra vaccino e autismo non parlo: bufala ampiamente smascherata.

Se questo è il modo di fare informazione… C’era però da aspettarselo. Ricordate il deputato grillino che crede al chip impiantato sotto pelle per manipolare le menti? Ecco, ho detto tutto.

Sul blitz animalista alla Statale regna l’indifferenza. Ma a pagare sono i ricercatori e i malati

foto1Sabato scorso un gruppo di “manifestanti” ha avuto la brillante idea di barricarsi all’interno del Dipartimento di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano. Protesta nei confronti del governo per la scarsità di fondi alla ricerca? No, nulla di tutto questo. Dopo lunghe ore di trattative lo sparuto gruppo ha abbandonato l’edificio portando con sé centinaia di topi e conigli destinati alla sperimentazione. Il tutto nella’impunità generale.

Sui motivi che hanno spinto gli animalisti a questo estremo gesto si potrebbe discutere per ore. Discutere dell’ignoranza generale quando si parla di vivisezione, di sperimentazione animale, di protocolli che limitano al massimo la sofferenza, dell’equiparazione tra persone e topi, della necessità della sperimentazione animale in assenza di altri modelli…

Ma questi sarebbero discorsi inutili perché con lo sconsiderato gesto dei paladini dei diritti animali sono andati in fumo anni di ricerca. Sperimentazioni promettenti contro malattie quali l’Alzheimer, la tanto temuta SLA, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e molte altre ancora.

Con questo blitz gli animalisti non hanno colpito nessun sistema. Hanno colpito tanti ragazzi che hanno un nome e un cognome. Ragazzi che lavorano sino a 12 ore al giorno per un compenso ridicolo rispetto a quanto viene percepito dai coetanei esteri. Ricercatori in procinto di pubblicare i risultati dei loro studi sulle più prestigiose riviste scientifiche ma che non vedranno mai la luce. Studenti che con fatica lavorano al bar la sera per potersi pagare l’affitto e continuare gli studi. In altre parole… ragazzi in carne ed ossa come voi animalisti.

Dentro quei laboratori, dove tutto avviene tranne che la tortura, oggi ci sono ragazzi disperati che piangono per aver perso tutto il loro lavoro. Ma dentro quei laboratori è stata cancellata anche la speranza di chi vive in attesa di una cura e di chi con fatica sostiene i costi della ricerca scientifica, oggi più che mai accantonata dai discorsi della vera politica.

A vincere sono stati loro, gli animalisti. Contenti e con il volto orgoglioso si fanno ritrarre con gli “ormai loro” scatoloni pieni di topi. Il tutto nell’indifferenza generale delle istituzioni. Intanto Oltremanica, sulle pagine di Nature, ci si interroga su come possa essere accaduto un episodio del genere. Non solo, Oltreoceano invece in queste ore Obama premia alla Casa Bianca studenti americani che hanno vinto competizioni nazionali di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.

Viva l’Italia.

Cosa c’è di vero sul cuore artificiale e sulle staminali?

Un mio articolo pubblicato su ilsussidiario.net :

La scorsa settimana, quella che ha preceduto i Nobel, è stata segnata da due importanti notizie di carattere medico scientifico. La prima, quella dell’impianto di un cuore artificiale in un giovane di Roma, ha offuscato la seconda, quella sulla presunta scoperta di un nuovo metodo per produrre cellule staminali. Ma andiamo con ordine.

Giornali e televisioni hanno riportato la notizia dell’avvenuto trapianto di un cuore totalmente artificiale in un ragazzo di 15 anni. Lo stupore per l’intervento è stato grande tanto che il ministro della Sanità Ferruccio Fazio si è complimentato per la straordinaria operazione. La notizia in quanto tale sarebbe straordinaria se non fosse che lo strumento impiantanto nel ragazzo non è un cuore artificiale, come in molti credono.

Basta approfondire la notizia per capire che la tecnica utilizzata è nota sin dal 2000. Come ha dichiarato il cardiochirurgo Mario Viganò al quotidiano La Stampa, «si parla spesso di cuore artificiale ma più correttamente si tratta di assistenza ventricolare». La tecnologia impiantata nel ragazzo di Roma è in realtà una turbina, innestata nel suo vero cuore, che funge da pompa idraulica. Non si tratta dunque di un cuore nuovo totalmente artificiale ma di un supporto, da ricaricare ogni giorno, applicato all’interno del cuore stesso.

In Italia sono già state impiantate negli adulti circa 50 turbine di questo genere. L’importanza della notizia dunque non è nella rivoluzionaria tecnica ma quanto nel fatto che si tratta del primo trapianto del genere che avviene in un ragazzo di 15 anni. La notizia dell’intervento, come detto in apertura di articolo, ha fatto passare in secondo piano quella sulle staminali che, se confermata, potrebbe rivoluzionare la ricerca e la sperimentazione di queste cellule superando una volta per tutte le problematiche di natura etica e tecnica.

L’autore della scoperta è il professor Derrick Rossi, da anni impegnato nel campo della produzione di cellule staminali. Nella ricerca appena pubblicata dalla rivista Cell Stem Cell, Rossi sembra aver individuato una nuova ed efficiente modalità che consentirebbe la produzione di cellule con caratteristiche staminali a partire da cellule adulte differenziate. Ciò permetterebbe dunque la produzione di cellule staminali senza dover necessariamente distruggere un embrione, unica via al momento per ottenere staminali embrionali.

Agli occhi dei più esperti questa potrebbe sembrare una non notizia. Già in passato, più precisamente nel 2006, lo scienziato giapponese Yamanaka era riuscito a ottenere qualcosa di simile. Dove sta allora la news? Per trasformare una cellula adulta in una con caratteristiche staminali bisogna necessariamente riprogrammare il DNA della cellula in questione. Il processo può essere paragonato a quello utilizzato per installare un programma sul computer.

Dall’esterno è necessario fornire dei geni che, inseriti nella cellula, ne modifichino le caratteristiche in modo da farla tornare indietro nel tempo. Una sorta di “formattazione”. Per fare ciò in passato Yamanaka ha utilizzato come navetta di trasporto dei virus. Peccato però che la tecnica comporti alti rischi che nel peggiore dei casi si traducono in una comparsa di tumore a partire dalle cellule modificate.

Il professor Rossi, ed ecco la notizia, sembra aver aggirato questo problema evitando di usare i virus come vettore di trasporto del DNA utile alla riprogrammazione. L’approccio utilizzato infatti è completamente differente. Normalmente il DNA di una cellula contiene le informazioni necessarie a produrre delle molecole chiamate mRNA, indispensabili alla produzione di tutte le proteine e quindi necessarie anche nella riprogrammazione della cellula.

L’idea del professor Rossi è stata quella di iniettare direttamente nelle cellule adulte dell’mRNA, opportunamente trattato, evitando così di utilizzare vettori virali in grado di trasportare i geni della riprogrammazione. Stando ai risultati pubblicati questa tecnica avrebbe centrato l’obbiettivo di riprogrammazione da adulte a staminali con un’altissima efficienza. Se ciò fosse confermato, l’innovativa metodica porrebbe fine a quei problemi di natura tecnica e bioetica legati alla produzione e all’utilizzo delle cellule staminali.