“Meeting di Rimini? No grazie, non mi interesso di politica. Poi comunque sono tutti ladri”. Quanto volte abbiamo sentito pronunciare questa frase?
Confesso che anche io, diversi anni fa, avrei detto la stessa cosa. In fondo su televisioni e carta stampata è spesso la presenza del politico di turno a farla da padrone. Esistono poi online dei reportage, che di giornalistico hanno molto poco, dove l’evento meeting viene dipinto come un girone dell’inferno dantesco. Una rappresentazione lontana anni luce dalla realtà.
Ecco perché quest’anno è stato deciso di creare il “social media team”. Attraverso l’utilizzo dei social network cercheremo di raccontare cosa realmente è il meeting di Rimini in ogni suo aspetto. Quello che scrissi due anni fa (leggi), visto con i miei occhi, proveremo a testimoniarlo durante tutta la settimana. Seguici sui canali Twitter e Facebook!
2 risposte su “Meeting di Rimini: ecco perché ci lavoro”
Con tutto il rispetto mai sentito dire così del meeting…..e sono di Desio.
Di certo è anomalo che il movimento si occupi di politica, quando gli intenti di Son Giussani sicuramente erano altri.
Ma ovviamente bisogna difendere il Credo, i Valori e quindi bisogna anche ospitare i politici (anche se mi sembra un parolone, considerando gli ultimi presentatisi…).
Mi sembra un qualcosa del tipo: Parigi Val bene una messa…….
Ciao
Hai detto bene, mai sentito dire così del meeting. Non si deve sentire, si deve venire a vedere. E’ proprio il “sentito dire” che alimenta la falsa immagine del meeting. Quest’ultimo e il movimento di Comunione e Liberazione cercano di parlare della realtà che circonda l’uomo. E di questa realtà fa parte anche la politica (al momento un parolone come dici giustamente). Ma al meeting, credimi, ha ben poco spazio. C’è un universo da vedere.