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Lezioni di giornalismo

Perchè giornali e televisioni si fissano con una notizia e danno l’idea che in Italia stiano accadendo solo un certo tipo di eventi? Penso ai pitbull, all’acqua avvelenata nelle bottiglie, alle complicazioni durante il parto e così via.
Ce lo spiega oggi Mario Calabresi nella sua quotidiana rubrica “Lettere al direttore” pubblicata su La Stampa.

[…] L’effetto pitbull si ha quando una serie di fatti – che possono andare dagli incidenti del sabato sera ai sassi tirati sulle auto o sui treni, agli atti di bullismo a scuola, fino appunto ai cani che mordono i bambini – per coincidenza si ripetono in uno spazio di tempo ravvicinato creando un effetto di allarme e di iper-attenzione. A quel punto i giornalisti morbosamente vanno alla caccia di ogni episodio possa confermare il trend e trova nei cittadini e nei politici degli alleati naturali pronti a denunciare qualunque episodio, anche il più piccolo, anche il più vecchio. A questo si aggiunge un effetto emulazione che gonfia i fenomeni. Dopo qualche settimana prevale uno stato di nausea e stanchezza: il filone perde d’interesse e viene abbandonato. Ma non è che ogni giorno non ci siano cani che mordono o ragazzi che infastidiscono i compagni di classe.
In questo meccanismo perverso è importante, come abbiamo cercato di fare, dare le giuste dimensioni al fenomeno e contestualizzarlo per evitare di creare panico ingiustificato e gratuito. […]

2 risposte su “Lezioni di giornalismo”

Il meccanismo è semplice: lo stesso tipo di evento, se ripetuto in tempi e luoghi diversi, dà una dimensione diversa alla notizia e alla sua trattazione. Esplode un caso. E’ brutto, sembra non avere senso; ma è la dura legge del giornalismo!

Verissimo, come però afferma Calabresi “è importante dare le giuste dimensioni al fenomeno e contestualizzarlo per evitare di creare panico ingiustificato e gratuito.”

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