Quattro chiacchiere con… Mario Calabresi

CatturaNelle scorse settimane ho avuto l’immenso piacere di poter intervistare il direttore de La Stampa Mario Calabresi. Abbiamo discusso del sistema giustizia italiano e statunitense. Buona lettura!

Direttore Calabresi, negli scorsi giorni la California ha respinto per via referendaria l’abolizione della pena di morte. Lei che conosce bene gli Stati Uniti che opinione si è fatto a riguardo? Perché una nazione come gli USA continua, con le dovute differenze tra stato e stato, ad applicarla?

Il dibattito sulla pena di morte negli Stati Uniti si basa molto sull’emotività e poco sulla razionalità. Il braccio della morte ha un costo economico notevole e non funge da deterrente per chi commette un reato. Ciononostante in America i due terzi della popolazione si dichiara favorevole alla pena capitale. Le ragioni sono di tipo culturale e sono ben radicate: gli Stati Uniti sino a 150 anni fa erano considerati“terre di frontiera” dove la giustizia era spesso “fai da te”. Oggi in America l’idea di giustizia si potrebbe riassumere con l’affermazione occhio per occhio, dente per dente. L’idea di fondo è che giustizia non sarà fatta finché lo stesso tipo di sofferenza provata non verrà inflitta al colpevole. Detto ciò è importante ricordare che gli Stati Uniti sono il paese delle seconde possibilità. Se tu hai sbagliato puoi ricominciare su tutto. Ma se sei recidivo sono severissimi e se togli la vita a qualcuno non esiste nessuna seconda possibilità. continua a leggere

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