Per dare una notizia ci sono 10 mila modi differenti. Un concetto particolarmente evidente ieri pomeriggio. La news è scarna: bambino di 11 anni muore lungo il percorso della gita organizzata dall’oratorio estivo. Chi di voi ha fatto l’esperimento di consultare i principali siti di informazione per farsi un’idea più dettagliata di quanto successo?
Se siete tra questi vi sarete accorti di quanto sia stata montata la notizia. Il meglio forse l’ha dato il Corriere della Sera. Dai titoli sembrava un’ecatombe: decine di bambini che marciano, poverini, sotto il sole cocente e in condizioni di completa disidratazione. Malori continui, organizzatori incoscienti, gita su una montagna impervia e pericolosissima. Addirittura ci scappa il morto. Poi vai a ben vedere e quella gita, che si fa tutti gli anni e che potrebbe tranquillamente fare anche un pensionato con uno stile di vita sedentario, non ha causato nemmeno un ricovero tra i partecipanti.
Non solo, i bambini, ignari di quanto tragicamente accaduto, raccontano divertiti dell’esperienza sull’elicottero. Una gita come tante, bambini grassi e stanchi, gente che suda e con voglia di camminare pari a zero. Le abbiamo vissute tutti queste esperienze. Questa è la realtà, quella del giornale è un’altra. Forse per fare notizia, per la smania di montare il caso.
Non inferiore al Corriere è stata Repubblica: memorabile la video intervista, con tanto di oscuramento del volto, ad un piccolo partecipante. E’ giusto da parte di un giornalista, dopo un fatto sconvolgente del genere, chiedere ad un bambino la sua versione dei fatti? Fin dove ci si deve spingere per avere un video online più degli altri? Fortunatamente tanti altri giornali si sono attenuti alla realtà… Magari con qualche click in meno.