Mario Calabresi, dalla rubrica “Lettere al direttore” su La Stampa
In questi giorni nel mondo, dalla Germania al Giappone alla Francia assistiamo alle dimissioni di uomini politici colpevoli di aver rotto il rapporto di fiducia che li legava ai cittadini che li avevano eletti. Da noi non accade (succede assai raramente) perché chi viene eletto ritiene di aver conquistato qualcosa che gli spetta di diritto fino alle elezioni seguenti, qualunque cosa succeda nel frattempo. L’esempio in questi casi è contagioso e così vediamo decine di amministratori di municipalizzate coinvolti in episodi di osceno nepotismo, colpevoli di assunzioni senza merito né valore, resistere al loro posto facendo spallucce. La cosa più nobile delle dimissioni del ministro della Difesa tedesco è l’idea che l’università, la ricerca e la scienza, in quanto formative delle nuove generazioni, siano da rispettare e non tollerino furbizie e scappatoie.