Un mio articolo tratto dal Corriere della Sera.it
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MILANO – Puntuale come ogni estate è tornata la zanzara tigre. Secondo i dati forniti da uno studio della Vape Foundation, la presenza del temibile insetto è aumentata nel Friuli Venezia-Giulia addirittura del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La causa di questa impennata sembra essere correlata al caldo intenso, all’umidità e ai ristagni d’acqua dovuti alle recenti piogge.
IDENTIKIT DELL’INSETTO – La zanzara tigre è una delle 98 specie di zanzare che hanno colonizzato l’Europa. Originaria del sud-est Asiatico, ha fatto la sua comparsa in Italia a partire dai primi anni novanta. È facilmente riconoscibile perché presenta tipiche striature bianche sulle zampe. La rapida diffusione nel nostro continente è dovuta principalmente a due caratteristiche: la scarsa quantità d’acqua necessaria al suo sviluppo e uova molto resistenti ai periodi di siccità.
I PERICOLI – Oltre al fastidio dovuto alla puntura, che non è limitata alle ore notturne, la zanzara tigre può essere causa dello sviluppo della Chikungunya, una patologia tropicale di origine virale. L’infezione, che non si trasmette per contatto diretto tra uomo e uomo ma solo tramite punture da parte di zanzare infette, è caratterizzata da febbre, brividi, mal di testa e forti dolori articolari. Gli strascichi possono durare anche mesi. «Nel 2007, in Emilia Romagna è stato sufficiente che un turista, che aveva contratto la malattia in un paese a rischio, soggiornasse per 4 ore nel giardino del cugino infestato da zanzara tigre per innescare il primo caso di trasmissione di un virus tropicale in Europa» spiega Claudio Venturelli, entomologo del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena. Il rischio potenziale di contrarre la malattia c’è sempre. Per evitare ciò è necessario soprattutto che i turisti si documentino su come proteggersi qualora intendano recarsi in località a rischio.
COME DIFENDERSI – I rimedi classici includono l’utilizzo di repellenti e zanzariere. La prevenzione rimane comunque l’arma principale. Per questa ragione è utile eliminare tutti i possibili raccoglitori d’acqua. Curiosamente anche i pesci rossi possono dare un prezioso contributo. La loro presenza nelle vasche dei giardini aiuta a ridurre la quantità di larve.
VACANZE SICURE – Il pericolo numero uno legato alle punture di zanzare resta però la malaria, che è più facile contrarre durante l’estate quando molti si recano in vacanza in zone a rischio. «Occorre praticare un’opportuna profilassi malarica con il dovuto anticipo. Per quanto riguarda le donne in gravidanza è da valutare con il medico la necessità di compiere il viaggio ed eventualmente stabilire il miglior trattamento preventivo» spiega Massimo Galli, responsabile della divisione Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
NON SOLO ZANZARE – Anche una tranquilla passeggiata in montagna però può nascondere insidie. Particolarmente diffuse in regioni quali Piemonte, Sardegna, Sicilia e Trentino, le zecche possono portare la febbre bottonosa, provocata da microrganismi a cavallo tra virus e batteri, le rickettsie, o il morbo di Lyme, una forma di artrite provocata da un batterio chiamato Borrelia burgdorferi. Quando si fanno escursioni in ambienti boschivi, dove i piccoli animali sono maggiormente presenti, è quindi buona regola indossare indumenti adatti come abiti chiari, scarponi e pantaloni lunghi. Va posta anche particolare cura nella pulizia e nella cura dei ricoveri degli animali domestici, facili prede per le zecche. Come ricorda Galli: «Nella rimozione dell’animale dalla pelle è meglio evitare il “fai da te” e rivolgersi a una mano esperta. Se si stacca da sola, è opportuno conservarla e mostrarla al personale competente».